
Bruxelles, 9 mar. – “Il nome descrive cosa sta succedendo”. Con queste parole, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha difeso con forza il controverso nome “ReArm Europe” scelto per il nuovo piano di difesa europea, durante la conferenza stampa per i primi cento giorni del suo mandato. Rispondendo alle critiche, ha spiegato che il termine riflette una realtà ineludibile: l’Europa deve riarmarsi dopo anni di vulnerabilità.
“Se guardiamo alla storia degli investimenti nella difesa, eravamo al 4% alla fine della Guerra Fredda. Poi, con la ‘fine della storia’ di Fukuyama, è arrivata una giusta riduzione, il dividendo della pace. Ma non si è fermata lì: crisi finanziarie e bilanci ristretti hanno portato a un sottoinvestimento durato decenni”, ha dichiarato von der Leyen. “Ora è il momento di ristabilire la nostra posizione, ed è per questo che è così importante”.
Al centro del progetto c’è “Safe” (Security Action for Europe), un ambizioso strumento da 150 miliardi di euro per l’approvvigionamento congiunto, che promette di rivoluzionare la sicurezza europea. Un nome che, insieme a “ReArm”, non lascia spazio a dubbi: l’Europa è pronta a cambiare marcia.