Il Vicepresidente USA Vance: “L’Europa rischia il suicidio della civilizzazione”

Foto: Daniel Torok – Official 2025 portrait on https://www.whitehouse.gov/administration

In breve:

15 marzo 2025 – In una recente intervista con Fox News, il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha lanciato un monito severo all’Europa, definendo la sua traiettoria attuale come un potenziale “suicidio della civilizzazione”. Le sue parole, pronunciate in un contesto di crescenti tensioni globali, hanno acceso un dibattito transatlantico sui valori fondamentali dell’Occidente e sulle sfide che il Vecchio Continente si trova ad affrontare.

Un allarme sulla crisi europea

Vance ha individuato due questioni centrali alla base della sua analisi: l’immigrazione incontrollata e le restrizioni alla libertà di parola. “Credo che l’Europa corra il rischio di un suicidio di civiltà,” ha dichiarato. “Li vedi iniziare a limitare la libertà di parola dei loro cittadini, proprio mentre questi ultimi protestano contro cose come l’invasione del confine.” Secondo il vicepresidente, questi fenomeni rappresentano una minaccia esistenziale per i principi democratici e culturali che l’Europa ha storicamente condiviso con gli Stati Uniti.

Immigrazione e identità culturale

Il riferimento all’”invasione del confine” riguarda la crisi migratoria che continua a segnare il continente. Vance ha citato il caso della Germania, sostenendo che l’ingresso di “milioni di immigrati da paesi totalmente culturalmente incompatibili” stia mettendo a repentaglio l’identità europea. “Non importa cosa io pensi sull’Europa,” ha aggiunto, “se non affrontano questo problema, le conseguenze arriveranno anche da noi negli Stati Uniti.”

Un monito già espresso

Le critiche di Vance non sono nuove. Già il 14 febbraio 2025, durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, aveva espresso un’opinione simile, indicando che la vera minaccia per l’Europa non risiede in potenze esterne come Russia o Cina, ma in una crisi interna. “Il ritiro dell’Europa dai suoi valori più fondamentali è il pericolo maggiore,” aveva affermato, puntando il dito contro la censura della libertà di espressione e la repressione del dissenso da parte dei leader europei.

Reazioni e polemiche

Le dichiarazioni di Vance hanno suscitato reazioni contrastanti. Negli Stati Uniti, figure come Donald Trump hanno lodato il suo intervento, definendolo “molto brillante”. In Europa, invece, le sue parole hanno acceso polemiche. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha respinto le critiche come un’ingerenza, dichiarando il 15 febbraio 2025: “Non accetteremo che estranei intervengano nella nostra democrazia.” Anche il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha difeso i valori europei, ribadendo che “la libertà di parola è garantita in Europa.”

Un dibattito transatlantico

Le affermazioni di Vance riflettono una visione conservatrice e isolazionista, tipica della nuova amministrazione Trump, e sembrano voler spingere l’Europa a riconsiderare le sue priorità. Che si tratti di un monito profetico o di un’esagerazione retorica, le sue parole stanno alimentando un confronto acceso su immigrazione, libertà e identità culturale, mettendo in luce le profonde divisioni tra le due sponde dell’Atlantico.

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